L’incontro interdisciplinare di Torino a cui ho avuto la possibilità di partecipare sabato 2 maggio 2015, per noi giornalisti e per altri che, nelle loro varie aree di studi e attività, si occupano professionalmente e scientificamente di Sindone, ha costituito una opportunità per aggiornarsi globalmente sullo stato attuale degli studi sindonici, e per riflettere sul significato umano e spirituale, e sul grande mistero, del Sacro Telo e dell’Uomo che vi è raffigurato. Un Uomo umiliato, flagellato, ferito, e ucciso sulla croce, e che ciò nonostante, per chi è credente, è tornato a vivere e a trasmettere il proprio insegnamento, mostrando la propria realtà di figlio di uomo e figlio di Dio.
L’evento è stato promosso dal CIS – Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, il maggiore centro di studi sindonologici al mondo, e ha visto come relatori e organizzatori alcuni dei suoi responsabili, che hanno riunito in un pomeriggio altri centri sindonologici e altri studiosi della Sindone, anticipando anche una particolare ricorrenza per il Sacro Telo, quella del 4 maggio: la sua Festa Liturgica, istituita nel 1506 da Papa Giulio II. Il titolo dell’evento, Aggiornamento sulle Principali Tematiche sulla Sindone di Torino. Incontro dei Centri di Sindonologia per la Festa Liturgica della Sacra Sindone, spiega didascalicamente e sinteticamente i contenuti, le ragioni e gli obiettivi dell’incontro: non un convegno di studi, con taglio e obiettivi prettamente scientifici, ma un evento più divulgativo, anche per la propria brevità, caratterizzato però da un elevato rigore scientifico dei contenuti e degli interventi. Un incontro che è poi culminato in una Messa per i partecipanti e nella possibilità di osservare da vicino la Sindone, così visivamente accessibile in questa suo nuova Ostensione Ufficiale, così spiritualmente vicina, e allo stesso tempo così virtualmente lontana nel suo mistero scientificamente ancora irrisolto.
Abbiamo così potuto ascoltare gli interventi di relatori come Bruno Barberis, direttore del CIS e Professore di Fisica Matematica all’Università di Torino; dello storico Gianmaria Zaccone, vicedirettore del CIS e direttore del Museo Diocesano della Sindone; di Nello Balossino, professore di informatica investigativa all’università di Torino; del criminologo Alfonso Sánchez Hermosilla, direttore dell’Edices, il Centro Spagnolo di Sindonologia, e capo della Sezione di Istopatologia Forense dell’Istituto di Medicina Legale di Murcia; della botanica Marzia Boi, ricercatrice al Dipartimento di Biologia dell’Università delle Isole Baleari e consulente scientifica dell’Edices; dei ricercatori Flavia Manservigi, dell’università di Bologna, Paola Iacomussi dell’INRIM – Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, Paolo Di Lazzaro, dell’ENEA. Sulle loro relazioni, presieduta dal professor Barberis, parleremo più diffusamente in altri articoli in questi giorni.
Quello che resta nelle persone che hanno potuto partecipare, al di la della possibilità di aggiornare trasversalmente le proprie conoscenze sulla Sindone, e di confrontarsi con esperti di altri settori di studi, sono le molteplici emozioni nel trovarsi di fronte al Sacro Telo: l’emozione di poter finalmente accedere a ciò che si è studiato o di cui si è letto per molto tempo; l’emozione di assistere al rinnovarsi del mistero della sofferenza, morte e risurrezione del Salvatore; l’emozione, per chi non credesse o fosse scettico, di trovarsi di fronte ad una icona universale che la scienza ad oggi ancora non riesce a spiegare.
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