Possono le scienze fisiche e naturali essere compatibili con la visione della religione o del pensiero filosofico ? Per il genetista Edoardo Boncinelli sarebbe impossibile, come ha dichiarato in una intervista pubblicata il 16 gennaio 2016. O quasi. Sicuramente non la religione, che soprattutto in Italia ci racconterebbe “bugie di ogni tipo fin da bambini, cioè che Dio ha creato il mondo, che ci vuole bene, che esiste il Paradiso. Tutte frottole che non stanno né in cielo né in Terra”.
Un po’ meglio andrebbe per la filosofia, anche se tendenzialmente “i filosofi sono i peggiori nemici della scienza, peggio anche dei preti”, perché “sanno tutto, per definizione, parlano di tutto, anche di ciò che non conoscono. Per cui anche di scienza, insegnando a disprezzarla”.
Non che sia impossibile avere “filosofi seri”, ma il problema sarebbe strutturale del nostro sistema culturale, in cui si insegnano più ore di materie umanistiche, e spesso più ore pure della sola filosofia, che non ore di materie scientifiche.
A suo avviso, è anche un problema di arretratezza culturale, tipico del nostro paese, anche se non si capisce se sia più provinciale l’atteggiamento degli americani, dove “le persone non sanno nulla di scienza (lo si vede bene sul tema dell’evoluzione), ma quando si esprimono le autorità, come la Fda, tutti accettano il suo giudizio”, oppure quello degli italiani, che al contrario non avrebbero “nemmeno rispetto per le autorità”, e resterebbero quindi delle proprie opinioni, qualsiasi sia l’autorità scientifica che afferma qualcosa che possa essere in contrasto con la loro fede o convinzioni, o posizioni filosofiche.
Una intervista quindi ad “alzo zero”, pubblicata su Linkiesta, in cui mediaticamente Boncinelli spara un po’ in tutte le direzioni, per difendere l’autonomia e il primato della scienza, in una “’Italia ignorante e sospettosa, nemica della scienza”, almeno così si legge nel titolo dell’articolo, in cui la distanza tra scienze e cultura umanistica sarebbe persino aumentata, pure rispetto ai recenti anni cinquanta, “anche perché i fautori della cultura umanistica non impiegano il loro tempo a parlar bene della cultura umanistica, bensì se ne servono per attaccare la scienza. Se non fosse così, potrebbero coesistere.”
Dichiarazione che sembrano però distanti dalla realtà, e richiamano ad esempio i pretesti precostituiti avanzati da alcuni docenti per impedire la visita all’Università La Sapienza dell’allora Papa Benedetto XVI, nel gennaio del 2008.
Boncinelli sembra però dimenticare, e nemmeno li cita, gli innumerevoli esempi di studiosi che hanno fatto la storia della scienza, senza entrare in conflitto con la propria fede, quando non con il proprio essere sacerdoti. Dimenticando pure che proprio la Chiesa si è fatta promotrice, finanziatrice e protettrice della ricerca scientifica, e così facendo ha dato origine e sviluppo all’astronomia, la biologia, e la stessa genetica, il monaco agostiniano Gregor Mendel, considerato il padre delle scienze genetiche, ne è solo il più famoso esempio.
O dimenticando pure la realtà attuale, in cui il nostro paese porta ad esempio avanti ricerche nella fisica delle particelle ai più alti livelli, con strutture come i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, la più grande struttura sotterranea di questo tipo, o collabora, con i Laboratori e con ricercatori e progetti di ricerca, agli studi del CERN di Ginevra. Di cui da gennaio è direttore proprio una italiana, prima donna al mondo, Fabiola Gianotti.
E forse poco informato sul fatto che anche le ricerche sociologiche recenti, come quella della Rice University, mostrano come sia invece possibile, per la maggior parte degli scienziati, far convivere la propria passione e rigore scientifici con la propria fede o la propria religiosità.
Immagine: cortesia Wikipedia
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.