Pubblichiamo il secondo articolo che descrive brevemente gli argomenti affrontati negli interventi dei relatori al convegno internazionale Il rapporto scienza-fede alla luce del pensiero di Padre Stanley Jaki – La relación ciencia-fe a la luz del pensamiento del P. Stanley L. Jaki, che ha avuto luogo in Messico nel mese di marzo 2015. Le relazioni già indicate nel precedente articolo sono continuate con il professor Pietro Ramellini, visiting professor dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e docente del Master in Community College Mancinelli-Falconi di Velletri. Ramellini nell’incontro La questione della definitività ha parlato del problema della teleologia biologica, considerata soprattutto nella letteratura scientifica e filosofica del ventesimo secolo, e delle possibili argomentazioni a favore o a disfavore.
Dopo di lui il dottor Rafael Vicuña, professore di biochimica e biologia molecolare, ha tenuto una relazione sul tema L’origine della vita sulla Terra: un Creatore è necessario ? L”intervento ha toccato questioni quali l’origine della vita sulla terra, le teorie evolutive e la loro eventuale compatibilità con la religione, le teorie sul disegno intelligente e sul creazionismo. L’incontro successivo ha visto invece padre Rafael Pascual L.C., Decano della Facoltà di Filosofia e Direttore dell’Istituto Scienza e Fede parlare di Evoluzione e Evoluzionismo. Pascual, coordinatore scientifico del Master in Scienza e Fede e del Diploma in Studi Sindonici del Regina Apostolorum, ha analizzato il modo in cui spesso la teoria scientifica dell’evoluzione viene erroneamente identificata con con una visione ideologica di tipo materialista, presentando anche le relative implicazioni antropologiche, etiche e religiose, e i modi in cui sia possibile evitare di cadere in tali tipi di errori filosofici e intellettuali.
Ha parlato invece del possibile rapporto tra anima e biologia il dottor William Carroll, Research Fellow in teologia, filosofia e scienza al Blackfriars Hall di Oxford e membro della Facoltà di Teologia e Religione dell’Università di Oxford. Partendo dalla domanda sulla eventuale necessità biologica di un’anima negli esseri umani, Carroll ha spiegato anche perché una comprensione aristotelica e tomista dell’anima sia fondamentale capire pienamente la realtà dell’essere vivente, e per evitare, nel considerare l’uomo, le costanti insidie del materialismo e del dualismo. Il rapporto tra mente e corpo e il pensiero di Stanley Jaki sulle questioni antropologiche connesse ad anima, corpo, mente e cervello, sono stati invece al centro dell’intervento di padre Alberto Carrara, L.C., docente di Antropologia Filosofica e Neuroetica presso la facoltà di Filosofia del Regina Apostolorum. Dopo sono intervenute la dottoressa Lourdes González Velázquez, ricercatrice e vice Presidente della Federazione internazionale delle società di filosofia; la dottoressa Martha Tarasco Michel, dottore in medicina all’Università di Santiago de Compostela; la professoressa Lucía guerra Menéndez, dottore in Scienze mediche di base e Fisiologia alla Facoltà di Medicina dell’niversità San Pablo CEU.
Conclusa questa sessione di interventi, ha avuto luogo una tavola rotonda sulla questione Bioetica vista da padre Jaki, il quale aveva una visione pessimistica della situazione attuale e futura della Bioetica, soprattutto considerando ciò che è accaduto in questi anni negli Stati Uniti nel campo dell’etica medica e della ricerca. Per Jaki ci troviamo davanti ad una costante sfida causata da una frequente visione materialista e relativista della Bioetica, per la quale più che i principi etici e morali conterebbero gli obiettivi sperimentali e economici della ricerca. La soluzione a tale relativismo può essere l’uso della retta ragione illuminata dalla fede, partendo dall’idea che sia la ragione che la fede hanno bisogno l’una dell’altra.
Una nuova sessione è iniziata dopo la conclusione della tavola rotonda. Ha parlato per primo padre Pedro Barrajón L. C. professore di teologia dogmatica e direttore dell’Istituto Sacerdos al Pontificio Ateneo. Barrajón è intervenuto sulla Apologetica di Stanley Jaki alla luce delle nuova apologetica e dell’apologetica di John Henry Newman. Dopo di lui William Carroll ha parlato di Creazione, contingenza, e Scienze Naturali, illustrando il modo in cui la nozione metafisica di creazione implica un senso di contingenza differente da quello applicabile per le scienze naturali, e spiegando anche l’importanza del cristianesimo per le origini della scienza moderna. È poi intervenuto il professor Adolfo Orozco, docente alla Facoltà di Scienze Fisiche dell’UNAM, Messico, già ricercatore all’Istituto di Geofisica per 42 anni, e attualmente Coordinatore del Dipartimento di Scienza e Fede dell’Anahuac University. Orozco ha affrontato la questione dei miracoli, della loro esistenza, del modo in cui erano vista da padre Jaki e del modo in cui si confrontano con le scienze moderne, dalla biologia, alla medicina, alla fisica, descrivendo i casi di miracoli documentati, la posizione della Chiesa su tali casi, e le posizioni di studiosi contrarie alla possibilità del verificarsi di eventi miracolosi.
Il ruolo del cristianesimo nella storia della scienza è stato invece il tema della relazione del dottor Evandro Agazzi, presidente dell’Accademia Internazionale di Filosofia della Scienza – Bruxelles, e professore del Dipartimento di Bioetica dell’Universidad Panamericana di Città del Messico. Agazzi ha spiegato come la scienza abbia prosperato sotto la cultura cristiana e ne sia influenzata, storicamente, ai giorni d’oggi e nel futuro, anche a causa del carattere profondamente razionale della cultura cristiana. Il convegno si è concluso con l’intervento del professor Alessandro Giostra, membro della Stanley Jaki Society e professore di storia e filosofia in istituti superiori, sul tema Il caso Galileo: Jaki vedeva la questione Galilei, dal punto di vista scientifico, storico e umano, come un tipico caso di fraintendimento sul contenuto effettivo della scienza, della la fede, e sulla loro reciproca interazione.
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